The Panhandlers – The Panhandlers

Negli anni. soprattutto all’interno della musica dei due generi, si sono affacciati al pubblico ed al successo numerosi Supergruppi un po’ come è accaduto nei fumetti con i Titans della DC e gli Avengers della Marvel,  gli Highwayman (Johnny Cash, Waylon Jennings, Willie Nelson, and Kris Kristofferson), The Traveling Wilburys (Bob Dylan, George Harrison, Jeff Lynne, Roy Orbison and Tom Petty), il Trio (Dolly Parton, Emmylou Harris and Linda Ronstadt) e ultimamente in risposta agli Highwayman The Highwomen (Brandi Carlile, Natalie Hemby, Maren Morris, and Amanda Shires) sono stati tra gli ensemble più clamorosi. Ma il più rilevante Supergruppo del momento è sicuramente quello costituito da Josh Abbott, John Baumann, William Clark Green, and Cleto Cordero formatisi al confine tra Oklahoma, dove sono stati piantati nella sua terra rossa i semi del Red Dirt e Texas dove il Country si è sviluppato con un suono tutto suo. La regione dove il gruppo ha deciso di costituirsi è il cosiddetto Panhandle (in gergo quell’appendice di uno stato che “sconfina” le rette perfette che delimitano gli stati degli U.S.) quell’enorme rettangolo di terra piatta che funge da canna fumaria allo stato della Lone Star. Per questo e per altre 1000 ragioni hanno deciso di prendere il nome di Panhandlers. Il loro è un chiaro omaggio ad un altro Supergruppo del passato The Flatlanders (Jimmie Dale Gilmore, Joe Ely and Butch Hancock) provenienti da Lubbock. I due più conosciuti al di fuori della circoscrizione Texas-Oklahoma sono Josh Abbot Band e William Clark Green. Cleto Cordero sta ottenendo un grande successo partendo da Lubbock (patria di Buddy Holly) con i suoi Flatland Cavalrys e l’emergente John Baumann. L’album, prodotto da Bruce Robison, è una raccolta di canzoni sulla vita nella regione del Panhandle ed ha lo scopo di far conoscere il quartetto a un pubblico più ampio al di fuori del solito circuito. Il suono che ne scaturisce è meraviglioso, registrato in old-fashioned style su nastro analogico rilascia il calore unico di questo genere che può venire assaporato al meglio proprio così tra legno, un microfono e tracce analogiche. Tutto è iniziato come una Cover Band che col tempo si è trasformata in una esperienza di songwriting ed i pezzi sono stati volutamente registrati “bare-bones” (ridotti all’osso).

I Panhandlers sono i cosiddetti vagabondi del Texas, in questo caso però ad essere solitarie sono le canzoni, brani del West Texas, con quell’atmosfera di vento, polvere e tumbleweeds (i classici cespugli che rotolano nel deserto). Ogni canzone racconta e dipinge immagini come di una vecchia cartolina con lo sfondo del Panhandle. Il suono che ne scaturisce è sciolto, caldo, avvolgente, è quella sensazione bella di essere circondati solo da cose essenziali, quel suono vero e puro e quelle storie semplici, tutti elementi dei quali nella mia vita in questo momento desidero circondarmi. Suoni puliti, niente ampli, niente computer solo il suono della musica e della voce così come dovrebbe essere. Il disco perfetto per Country Bunker dove sono queste le atmosfere predominanti che desidero e voglio ascoltare e trasmettere. Un disco straordinario che per chi non conosce i due generi e per chi invece già li ama sarebbe un acquisto sicuramente doveroso.