Western Centuries – Call the Captain

La canzone “No Depression in Heaven” è stata originariamente registrata dalla Carter Family nel 1936 durante la Grande Depressione, canta della paura e della speranza di molte famiglie che dall’est hanno deciso di intraprendere il viaggio alla ricerca di una vita migliore verso l’ovest. No Depression è il titolo dell’album del 1990 degli Uncle Tupelo che ha rivitalizzato la scena country rock dei ‘60 e quella con tinte più punk degli ’80. Gli anni ’90 sono stati caratterizzati dalla scena musicale di Seattle col Grunge e da quella di Nashville con il Country-Pop. Uncle Tupelo hanno riportato l’attenzione alla musica country americana tradizionale, la musica dei lavoratori, quella per intenderci di Woody Guthrie, Hank Williams e The Carter Family e il country rock, quello di Byrds che per primi hanno elettrificato il folk di Bob Dylan  e soprattutto  Gram Parsons con i suoi Flyng Burrito Brothers (che definivano il loro suono”Cosmic American Music”). Come abbiamo visto per il movimento OUTLAW anche il movimento No Depression si è formato come una reazione spontanea all’establishment discografico e radiofonico che aveva abbracciato i suoni metallici del Grunge e quelli Pop di Nashville. L’album No depression di Uncle Tupelo è ampiamente accreditato come il primo album “alt-country“, e diede il suo nome al movimento e alla rivista alla base del movimento stesso. Dopo altri tre album si sciolsero nel 1994, aprendo nuovi e interessanti scenari perché Jay Farrar costituì i Son Volt (ad oggi, lo zoccolo duro del movimento), Jeff Tweedy fondò i Wilco a loro seguirono Bottle Rockets, Freakwater, Old 97’s arruolati dall’etichetta Bloodshot, che fu pioniere del genere che definì quel suono insurgent country. Le band Blue Mountain, Whiskeytown, Steve Earle, Drive-By Truckers seguirono a ruota e No-Depression, Alternative Country, Insurgent Country sono state le basi per quella che a partire dagli anni 2000 è stata classificata come musica “Americana”. Definire questa musica è quantomai semplice: è il luogo dove si fondono armoniosamente il folk, il country e il rock’n’roll. Probabilmente è una definizione generalista ma è quella che rappresenta al meglio tanti musicisti e gruppi che interpretano appieno lo spirito della musica che è nata negli stati uniti lasciandola indissolubilmente e romanticamente saldamente ancorata alle radici che la hanno generata.

La band Western Centuries con base a Seattle ritiene che la strada da percorrere sia più ricca se percorsa insieme. Collaborazione, ispirazione e reciproca ammirazione sono ciò che Cahalen Morrison, Ethan Lawton e Jim Miller indicano come il cuore del loro progetto. I Western Centuries celebrano il loro terzo album come una “band della band” con l’uscita di Call the Captain, (un titolo ironico per affermare su come siano una band senza un vero frontman), viene esaltata la collaborazione e la stima reciproca.

Morrison e Lawton si incontrarono a Seattle, dove conducevano due carriere musicali affermate. I due iniziarono a suonare insieme casualmente Quando hanno saputo che Jim Miller, del quale apprezzavano il lavoro e la voce, si era trasferito a Seattle, gli hanno chiesto di suonare con loro e i tre hanno trovato una visione musicale  condivisa unita ad una forte amicizia. 

Miller confessa che dopo 20 anni trascorsi a suonare la chitarra ritmica e a fare i cori in Donna the Buffalo non voleva più essere parte dell’arredo della backline. Western Centuries sono quello che tutti e tre cercavano: una band senza leader; una nave senza capitano.

Su Call the Captain, tutti e tre i cantautori hanno collaborato a scrivere canzoni ed ad alternarsi alla voce solista ed a scambiarsi gli strumenti. I temi trattati nelle 12 canzoni sono tra i più vari “Long Dreadful Journey”, ( Lawton) è costruita su un passo del vangelo e parla di religione come una menzogna, che ha reso terribili le cose fatte a suo nome, sullo stesso tema “Dynamite Kid” (Morrison) dove si esprime lo stesso disprezzo per il lavoro missionario svolto in una pseudo-scuola in New Mexico. “Space Force” (Miller), arricchito dalla presenza di Jim Lauderdale, è una satira sugli armamenti e la politica del presidente Trump.

In tutto l’album, le armonie vocali arricchiscono ed impreziosiscono rendendo unica ciascuna canzone, con una incredibile sintonia sia compositiva che strumentale.

Call the Captain è quello che si può definire un moderno disco di musica Americana con al proprio interno tutti gli elementi tipici del genere, country, bluegrass, soul, R’n’B, ballads e 12 splendide canzoni provenienti proprio dalla zona dove il Country ha sofferto di più ma che ora sembra avere trovato non uno ma ben TRE capitani a portarla nuovamente a galla.

AMERICANA

La canzone “No Depression in Heaven” è stata originariamente registrata dalla famiglia Carter nel 1936 durante la Grande Depressione canta della paura e della speranza di molte famiglie che dall’est hanno deciso di intraprendere il viaggio alla ricerca di una vita migliore verso l’ovest. Quello che ci interessa è che No Depression è il titolo dell’album del 1990 degli Uncle Tupelo che ha rivitalizzato la scena country rock dei ‘60 e quella con tinte punk degli ’80. Gli anni ’90 sono stati caratterizzati dalla scena musicale di Seattle col Grunge e da quella di Nashville con il Country-Pop. Uncle Tupelo hanno riportato l’attenzione alla musica country americana tradizionale, la musica dei lavoratori, quella per intenderci di Woody Guthrie, Hank Williams e The Carter Family e il country rock, quello di Byrds che per primi hanno elettrificato il folk di Bob Dylan  e soprattutto  Gram Parsons con i suoi Flyng Burrito Brothers (che definivano il loro suono”Cosmic American Music”). Come abbiamo visto per il movimento OUTLAW anche il movimento No Depression si è formato come reazione spontanea all’establishment discografico e radiofonico che aveva abbracciato i suoni metallici del Grunge e quelli Pop di Nashville. L’album No depression di Uncle Tupelo è ampiamente accreditato come il primo album “alt-country”, e diede il suo nome al movimento e alla rivista alla base del movimento stesso. Dopo altri tre album si sciolsero nel 1994, aprendo nuovi e interessanti scenari perché Jay Farrar costituì i Son Volt (ad oggi, lo zoccolo duro del movimento), Jeff Tweedy fondò i Wilco a loro seguirono Bottle Rockets, Freakwater, Old 97’s arruolati dall’etichetta Bloodshot, che fu pioniere del genere che definì quel suono insurgent country. Le band Blue Mountain, Whiskeytown, Steve Earle, Drive-By Truckers seguirono a ruota e No-Depression, Alternative Country, Insurgent country sono state le basi per quella che a partire dagli anni 2000 è stata classificata come musica “Americana”. Definire questa musica è quantomai semplice: è il luogo dove si fondono armoniosamente il folk, il country e il rock’n’roll. Probabilmente è una definizione generalista ma è quella che rappresenta al meglio tanti musicisti e gruppi che interpretano appieno lo spirito della musica che è nata negli stati uniti lasciandola indissolubilmente e romanticamente saldamente ancorata alle radici che la hanno generata.

ROCKABILLY

Quando al Bob’s Country Bunker

Elwood chiese: Eh… che genere di musica fate qui di solito?
Claire gli risponde: Oh, ne facciamo di tutt’e due i generi. Suoniamo il country e il western. 

Beh! quella che potrebbe sembrare una battuta di spirito è in realtà una verità assoluta perché tutto è nato da li… dal COUNTRY!!

Rockabilly è la primordiale forma di rock’n’roll mai conosciuta, la sua nascita la si può contestualizzare negli anni 50 nel sud degli Stati Uniti ed è una commistione di vari generi tra i quali il Country degli Hillbilly, il Rhythm and Blues, il Western Swing e mettiamoci anche il Boogie Woogie. Le differenze di stato sociale tra hillbilly’s e neri apparentemente liberi dalla schiavitù erano molto sottili, questa vicinanza nella povertà e nella discriminazione di cui entrambi erano vittime li portò inevitabilmente ad avvicinarsi e a contaminare i suoni della musica.  Il precursore del rockabilly si può considerare Bob Wills con i suoi Texas Playboys ed il loro Western Swing, nel Willis è stato un vero innovatore, nel1938 aveva introdotto la chitarra elettrica e l’utilizzo della batteria ma la Grand Ole Opry nel 1940 impedì alla band di esibirsi sul palco se non in versione totalmente acustica. Durante gli anni ’30 e ’40 si svilupparono e strariparono i suoni che portarono negli anni successivi i Delmore Brothers allo sviluppo del Country Swing (Hillibilly Boogie o Okie Boogie) alla fine battezzato Country Boogie che venne raffinato raffinato da Hank Williams con il suo honky-tonk hillbilly sound fino alla creazione di quel suono che, Sam Philips nel suo Sun Studio di Memphis, insieme a Carl Perkins, ha portato al riconoscimento internazionale come Rockabilly.

“Blue Suede Shoes” (1956) è probabilmente la matrice di quel suono chitarra solista, chitarra ritmica e un contrabbasso suonato in slap o clack (tirando la corda e lasciando che questa sbatta sul legno del manico creando uno stile percussivo di chiara derivazione bluegrass) per questo motivo la batteria nel rockabilly rimane un elemento di scarsa rilevanza, poiché la parte percussiva è sostenuta dalla chitarra ritmica e dal contrabbasso. 

Già nel 1952, Bill Haley con i Saddlemen impiegarono lo slap-style, che sarebbe diventato il segno distintivo dello stile rockabilly. Blue Moon of Kentucky di Bill Monroe fu la prima fusione di stili che Carl Perkins applicò fondendo il bluegrass con il nuovo sound che stava pian piano crescendo. Poi arrivò Bill Haley con il suo nuovo gruppo i Comets ed Elvis Presley… ma quella è un’altra storia

OUTLAW

Come spesso accade, anche le storie sull’origine del termine Outlaw Country sono tra le più svariate e disparate, chi lo attribuisce a Willie Nelson, chi a Bobby Bare e chi a Dough Sam. La matrice che accomuna tutti questi artisti però, è l’idea: gli OUTLAW volevano la libertà, volevano cantare le canzoni che preferivano, registrare in studi indipendenti, suonare come dove gli pareva e controllare le loro carriere musicali.

Il movimento Outlaw country iniziò quindi come reazione alla sovra-produzione country-pop dell’industria discografica di Nashville sviluppata da produttori discografici come Chet Atkins che voleva farne un business, non è affatto un caso che tutti gli outlaw fossero Texan o Okie. La musica affonda le sue radici nell’honky tonk, nel southern rock e nel rockabilly ed ha incominciato il suo sviluppo negli anni ’70. I primi “fuorilegge” includono Waylon Jennings, Willie Nelson, Kris Kristofferson, Merle Haggard, Guy Clark, Jessi Colter, David Allan Coe, Hank Williams Jr., Billy Joe Shaver, Steve Earle, Joe Ely, Johnny Paycheck. La rottura definitiva con l’industria di Music City avvenne quando Waylon Jennings e Willie Nelson riuscirono ad assicurarsi i propri diritti di registrazione e iniziarono apertamente a contrastare il “suono di Nashville”. Mentre Nashville ha continuato a essere al centro della musica country tradizionale, città come Lubbock e Austin sono diventate i centri dell’OUTLAW. Nel 1976, l’outlaw country ha trovato il suo manifesto con l’uscita di Wanted! The Outlaws, un album con  Waylon Jennings, Willie Nelson, Jessi Colter e Tompall Glaser. The Outlaws è diventato il primo album country ad essere certificato platino, raggiungendo un milione di copie vendute.

Mentre a Nashville imperversavano abiti tempestati di strass, capelli cotonati, messe in piega vertiginose e arrangiamenti sempre più raffinati e pomposi, i fuorilegge portavano i capelli lunghi e le barbe incolte, le giacche di pelle e gli stivali sporchi e ritornarono alle radici della musica country aggiungendo quel pizzico di rock al loro suono. L’album di Jennings Honky Tonk Heroes e Old Five e Dimers Like Me di Billy Joe Shaver sono due pietre miliari nel genere OUTLAW.

Willie Nelson lasciò Nashville nel 1971 per tornare in Texas. Ad Austin incontrò Billy Joe Shaver e altri musicisti che avevano creato quel suono country influenzato dal folk e dal rock che è diventato il genere OUTLAW.

A Lubbock. Butch Hancock, Joe Ely e Jimmie Dale Gilmore hanno formato The Flatlanders. Johnny Cash  ha ridato vigore alla carriera grazie al movimento OUTLAW, incontrando Willie Nelson, Waylon Jennings e Kris Kristofferson con i quali ha costituito The Highwaymen. Il periodo di massimo splendore del movimento OUTLAW fu tra la metà e la fine degli anni ’70. Negli anni ’80 la musica country tradizionale era dominata da artisti pop country. Il movimento ritrovò nuova forzae a metà degli anni ’80 con la rinascita del country neo traditional, che ha ripescato le sonorità sia della musica country sia tradizionale che “fuorilegge” degli anni passati.

Eleven Hundred Springs, Robert Earl Keen Jr., Kevin Fowler, Shooter Jennings, Wade Bowen, Randy Rogers Band, Cross Canadian Ragweed, Jason Boland & the Stragglers ed Eli Young Band, hanno portato nuova linfa al movimento OUTLAW mantenendo gli stessi ideali di un tempo insieme ad artisti come  Billy Joe Shaver e David Allan Coe. Vista la provenienza di molti di loro dallo stato della Lone Star, si è coniato il termine Texas Country,  mentre il genere gemello chiamato Red Dirt sviluppatosi intorno alla città di Stillwater Oklahoma nota ai più per la sua terra rossa. Come per il movimento OUTLAW, sia il Texas Country che il Red Dirt non corrispondono ad un formato musicale ma rappresentano un movimento tra gli artisti legati da idee, provenienza e radici comuni.

HONKY TONK

Dare una definizione di Honky Tonk è quanto mai difficile, vi sono le più disparate versioni che raccontano la nascita di questo genere legato ed associato nell’immaginario collettivo al suono dei pianoforti scordati che si potevano trovare dei bar malfamati delle periferie delle città. Due esempi di nazional-popolarità del genere sono: Honky Tonk Woman di Rolling Stones e Honky Tonk Train Blues di Keith Emerson resa famosa in Italia per essere stata la sigla del programma televisivo Odeon). Anche se associato prevalentemente al piano e indicato dai più come precursore del boogie woogie, l’Honky Tonk è uno dei suoni più distintivi e caratteristici legato alla musica Country! Questo perché, a cavallo della WWII, è incominciato uno spostamento verso le grandi città del sud (soprattutto quelle del Texas) degli insediamenti rurali degli Hillbillies che si rifugiavano in luridi bar per trovare facili soddisfazioni sessuali o per affogare nell’alcol a basso costo, i problemi amorosi e lavorativi delle loro vite. I testi delle canzoni, semplici e diretti,  ne sono una testimonianza concreta, tradimenti, passioni, infedeltà, dolori… nulla che una bottiglia di Whiskey non potesse cancellare lasciando il mattino dopo, oltre che un gran mal di testa, anche un senso di rimorso sia morale che religioso. Dal punto di vista musicale l’Honky Tonk rimane una fonte di ispirazione e rinnovamento quando le tendenze popolari iniziano a perdere le loro radici, il suo suono così ben definito fu la risposta contro il country pop nei decenni a venire: a lui si appoggiò il Bakersfield sound negli anni ’60, l’Outlaw Country negli anni ’70, e il nuovo Traditional Country negli anni ’80 e ’90. La formazione di base del Tonk presenta chitarra acustica/elettrica, fiddle, contrabbasso e steel guitar (questa importata direttamente dalla tradizione hawaiana), a volte anche il piano. 

Ernest Tubb divenne il suo primo ambasciatore seguito negli anni ’50 da Hank Williams e Lefty Frizzell che cambiarono per sempre il modo in cui la musica Country veniva cantata. George Jones nei suoi 50 anni di attività cambiò sostanzialmente l’aspetto e il suono della Country Music riuscendo a sdoganarla in tutti i 50 stati!

Senza addentrarci in tecnicismi, fondamentalmente l’Honky Tonk è composto da TRE accordi il 99% delle volte maggiori, una bottiglia di Whiskey o Bourbon e piccole storie di vita da raccontare. Formula semplice e vincente per una musica che magicamente fa stare bene.

COUNTRY

La musica country, conosciuta anche come country & western (o semplicemente country con la differenza che il country è quello originale degli Appalachi e il western è la stessa musica suonata ad ovest e in canada), e musica hillbilly, è un genere di musica popolare che ha avuto origine negli Stati Uniti meridionali nei primi anni del 1920. Prende le sue radici da generi come la musica folk (in particolare gli Appalachian e la musica occidentale) e il blues. Le origini della musica country sono la musica popolare degli americani della classe operaia (Bluecollar), che mescolavano canzoni popolari, brani di violino irlandese e celtico, tradizionali ballate inglesi, canzoni dei cowboy e varie tradizioni musicali degli immigrati europei.

La chitarra si unì al banjo e al fiddle e al contrabbasso.

La diffusione della musica Country avvenne per alcune cause. A partire dagli anni della Grande Depressione fino agli anni ‘50, a nord, molti abitanti delle montagne degli Appalachi incominciarono a spostarsi verso le città industriali del Midwest, migrazione che divenne nota come “Hillbilly Highway”. La regione de Midwest (comprensiva di 13 Stati) costituì la Midwest Country Music Association con tanto di awards e cantanti e gruppi associati.  A sud, sempre a partire dalla fine degli anni ’20, molti “Okies” e altri migranti del Dust Bowl (la regione compresa tra Oklahoma, il Panhandle del Texas, e parte del New Mexico, Colorado, e del Kansas) migrarono verso l’ovest, molti in California dove, nei pressi della città di Bakersfield si sviluppò un suono che prese poi il nome di Bakersfield Sound. Il suono era basato sul Twang (suono onomatopeico prodotto dalla corda dell’arco), un suono che grazie alla particolare collocazione del ponte e del pick-up veniva prodotto dalla Fender Telecaster, un suonodal sapore deciso, senza fronzoli, tagliente derivato dall’Honky-Tonk del quale Buck Owens e Merle Haggard sono stati i due portabandiera.

La diffusione della folk-country-western music entrò a far parte del patrimonio nazionale, grazie alle trasmissioni radiofoniche che avvenivano dalla Grand Ole Opry a Nashville in Tennessee e alle prime incisioni audio (risalenti agli anni ’20) che incominciarono a costituire un catalogo per l’industria discografica nascente sviluppo che subì uno stop a causa della Grande Depressione ma che riprese forza durante la WWII quando molti contadini del sud abbandonarono i campi per aiutare l’industria bellica nelle fabbriche del Midwest.

La western music condivide le radici con la musica appalachiana sviluppatasi contemporaneamente in tutti gli Appalachi e nelle regioni degli Stati Uniti occidentali e nel Canada occidentale. La western music racconta la vita del cowboy, sulle Montagne Rocciose e nelle pianure del Nord America occidentale presenta tutte le influenze delle ballate inglesi, irlandesi, e scozzesi ma anche della musica popolare messicana corrido, ranchera e Tejano.

Una grande mano allo sviluppo della country-music la diedero varie presidenze succedutesi negli States, Lyndon Johnson fu il primo presidente “cowboy”, Richard Nixon apparve sul palco alla Grand Ole Opry, ma soprattutto è stato il Georgiano Jimmy Carter che ha propagandato e aiutato a diffondere il suo genere musicale preferito per tutti gli stati uniti grazie al sostegno di molti artisti che hanno realizzato concerti durante la sua campagna elettorale. 

A partire dal 25 giugno 1948, Billboard ha iniziato a usare il termine “Country & Western” per la prima volta nei titoli delle classifiche, rinominando la juke box chart in Most-Played Juke Box (Country & Western) Records e la classifica dei best sellers ai dischi Folk (Western & Western) di vendita al dettaglio più venduti. “Lovesick Blues” ha segnato la prima apparizione al numero uno di Hank Williams, morto il 1 ° gennaio 1953 all’età di 29 anni

Il 1 febbraio 1949, la Radio Corporation of America (RCA) pubblicò il primo singolo su un disco a 45 giri della storia. Era Texarkana Baby del cantante country Eddy Arnold che venne messo ufficialmente in vendita dal 31 marzo e fu una risposta commerciale al 33 giri immesso sul mercato dalla Columbia Records l’anno prima.

Era vinile verde, questo perché inizialmente i vinili avevano un colore che indicava il genere musicale d’appartenenza. I brani country erano colorati di verde, quelli classici di rosso, e quelli R&B e gospel di arancione, solo in seguito purtroppo divenne convenzione il 45 giri nero.

Fu però Ronald Regan a sdoganare la figura del cowboy dell’ovest in contrapposizione diretta a Jimmy Carter, un  “redneck” dell’est cosicché avvenne che nel 1976 in U.S.A. c’erano 1100 stazioni radiofoniche che trasmettevano Country&Western. 

Quella invece venduta tra gli anni ’30 e il ’40 dall’industria hollywoodiana è realmente una fake Gene Autry e Roy Rogers hanno venduto l’idea di cowboys che andavano in giro con chitarra, Colt e armonica (inventata in europa intorno al 1820 a sua volta introdotta durante la Guerra Civile Americana).

FOLK

Le radici della musica folk risiedono lontane nel tempo e nello spazio. Tutto ebbe inizio in Europa nella prima metà del 1600 quando i Cattolici inglesi e i Presbiterani scozzesi decisero di colonizzare la regione protestante dell’ulster (Ulster Plantation). Gli irlandesi furono costretti a fuggire nel nuovo mondo e finito di pagare il debito al capitano della nave che li aveva trasportati, si possono cogliere analogie con qualcosa di molto vicino a noi… hanno lasciato la costa dove erano insediate le 13 colonie e si sono trasferiti sui monti Appalachi per vivere di agricoltura e pastorizia.

Questi erano chiamati HLLBILLY da hill collina e billy goats, la capra di montagna (figura rappresentata molto bene da Dinamite Bla della Disney) e scherniti dai «cittadini».

La musica popolare è nata così con ballate che raccontassero storie (erano al 99% analfabeti) e per il bisogno soprattutto di avere  musica da ballo. L’unico strumento in loro possesso era il violino che hanno incominciato a costruirsi da soli creando il fiddle (dal ponticello piatto e tenuto appoggiato frontalmente sul petto per affaticarsi di meno durante le lunghe sessioni che li vedevano impegnati anche per 4 ore).

Le condizioni sociali degli hillbilly o redneck o cracker erano simili a quelle degli schiavi neri degli stati del sud, con loro soprattutto a cavallo della guerra civile, vi sono stati scambi culturali che hanno arricchito i bianchi di un nuovo sound (sincopato) e di un nuovo strumento il banjo che gli afro americani avevano portato con loro dall’africa che era venuto a conoscenza dei bianchi durante la guerra di secessione (1861-1865). Questo non piaceva ai neri, così verso la fine dell’800 arrivò un nuovo strumento prodotto dalla Martin… aveva 6 corde, costava 1 dollaro e 19 cent e siccome era estremamente difficile esprimere il dolore dell’anima attraverso il suono stridulo del banjo, scoprirono che la chitarra calzava a pennello col genere che i neri stavano sviluppando… il Blues

BLUEGRASS

“Bluegrass” è un nome comune dato in America per l’erba del genere Poa, il più famoso dei quali è il bluegrass del Kentucky.

Il Bluegrass, è influenzato dalla musica degli Appalachi dal gospel e dal jazz dal quale trae l’improvvisazione. La stessa musica degli Appalachi ha radici miste nella musica tradizionale irlandese, scozzese e inglese, ed è stata successivamente influenzata dalla musica degli afro-americani attraverso l’incorporazione di elementi jazz e blues.

La regione degli Appalachi era il luogo in cui risedevano molti immigranti inglesi i suoni di jigs e reels, erano suonati sul violino. I musicisti neri portarono l’iconico banjo all’Appalachia e le caratteristiche del blues al mix.

Nel 1948, quello che sarebbe diventato noto come bluegrass è emerso come un genere nell’industria musicale del dopoguerra, un periodo di tempo definito ora come l’epoca d’oro del “bluegrass tradizionale”.

Nel 1948, il bluegrass ha trovato il suo nome ed è stato inserito sotto la voce country/western per la classifica di Bilboard mantenendo al suo interno la musica gospel che è rimasta una elemento sempre presente in tutti i generi di musica country. . 

Il nome deriva dalla band dei Blue Grass Boys, formata nel 1939 con Bill Monroe mandolino e chitarra come leader, il chitarrista Lester Flatt, il banjoista Earl Scruggs, il violinista Chubby Wise e il bassista Howard Watts questo motivo Bill Monroe viene definito il “padre del bluegrass“.

Un modo semplice per entrare dentro lo spirito di questa musica è quello di guardarsi O Brother, Where art thou? film prodotto e diretto da Joel and Ethan Coen ambientato nel 1937 nella regione rurale del Mississippi durante la Grande Depressione. 

The Soggy Bottom Boys è il gruppo musicale che serve da fil-rouge per tutto il film. Il nome è un omaggio ai The Foggy Mountain Boys, una bluegrass band composta da Lester Flatt ed Earl Scruggs, quello che sviluppò uno stile a tre dita sullo strumento che permetteva una rapida cascata di note incendiarie che diede il tempo del nuovo suono bluegrass.

Credo che attualmente il miglior bluegrass si trovi in Colorado (noto per il Telluride Bluegrass Festival) ed in North Carolina (per l’altrettanto conosciuto MerleFest). Ascoltando un disco di bluegrass per la prima volta, non sapendo chi suona cosa, si fa fatica ad accorgersi che nelle formazioni non è presente la batteria per quanto incalzante sia il ritmo imposto e gli assoli che si alternano velocemente sovrapponendosi ed intrecciandosi con le voci ed i cori. Le più incredibili cover di canzoni rock, pop sono realizzate da band bluegrass per l’incredibile versatilità che le abilità e gli strumenti consentono alle band di adattarsi a qualsiasi stile.

Jason Ray Welsh – Write the Wrong

Come spesso accade, anche le storie sull’origine del termine Outlaw Country sono tra le più svariate e disparate, chi lo attribuisce a Willie Nelson, chi a Bobby Bare e chi a Dough Sam. La matrice che accomuna tutti questi artisti però, è l’idea: gli OUTLAW volevano la libertà, volevano cantare le canzoni che preferivano, registrare in studi indipendenti, suonare come dove gli pareva e controllare le loro carriere musicali.

Il movimento Outlaw country iniziò quindi come reazione alla sovra-produzione country-pop dell’industria discografica di Nashville sviluppata da produttori discografici come Chet Atkins che voleva farne un business, non è affatto un caso che tutti gli outlaw fossero Texan o Okie. La musica affonda le sue radici nell’honky tonk, nel southern rock e nel rockabilly ed ha incominciato il suo sviluppo negli anni ’70. I primi “fuorilegge” includono Waylon Jennings, Willie Nelson, Kris Kristofferson, Merle Haggard, Guy Clark, Jessi Colter, David Allan Coe, Hank Williams Jr., Billy Joe Shaver, Steve Earle, Joe Ely, Johnny Paycheck. La rottura definitiva con l’industria di Music City avvenne quando Waylon Jennings e Willie Nelson riuscirono ad assicurarsi i propri diritti di registrazione e iniziarono apertamente a contrastare il “suono di Nashville”. Mentre Nashville ha continuato a essere al centro della musica country tradizionale, città come Lubbock e Austin sono diventate i centri dell’OUTLAW. Nel 1976, l’outlaw country ha trovato il suo manifesto con l’uscita di Wanted! The Outlaws, un album con  Waylon Jennings, Willie Nelson, Jessi Colter e Tompall Glaser. The Outlaws è diventato il primo album country ad essere certificato platino, raggiungendo un milione di copie vendute.

Mentre a Nashville imperversavano abiti tempestati di strass, capelli cotonati, messe in piega vertiginose e arrangiamenti sempre più raffinati e pomposi, i fuorilegge portavano i capelli lunghi e le barbe incolte, le giacche di pelle e gli stivali sporchi e ritornarono alle radici della musica country aggiungendo quel pizzico di rock al loro suono. L’album di Jennings Honky Tonk Heroes e Old Five e Dimers Like Me di Billy Joe Shaver sono due pietre miliari nel genere OUTLAW.

Willie Nelson lasciò Nashville nel 1971 per tornare in Texas. Ad Austin incontrò Billy Joe Shaver e altri musicisti che avevano creato quel suono country influenzato dal folk e dal rock che è diventato il genere OUTLAW.

A Lubbock. Butch Hancock, Joe Ely e Jimmie Dale Gilmore hanno formato The Flatlanders. Johnny Cash  ha ridato vigore alla carriera grazie al movimento OUTLAW, incontrando Willie Nelson, Waylon Jennings e Kris Kristofferson con i quali ha costituito The Highwaymen. Il periodo di massimo splendore del movimento OUTLAW fu tra la metà e la fine degli anni ’70. Negli anni ’80 la musica country tradizionale era dominata da artisti pop country. Il movimento ritrovò nuova forzae a metà degli anni ’80 con la rinascita del country neo traditional, che ha ripescato le sonorità sia della musica country sia tradizionale che “fuorilegge” degli anni passati.

Eleven Hundred Springs, Robert Earl Keen Jr., Kevin Fowler, Shooter Jennings, Wade Bowen, Randy Rogers Band, Cross Canadian Ragweed, Jason Boland & the Stragglers ed Eli Young Band, hanno portato nuova linfa al movimento OUTLAW mantenendo gli stessi ideali di un tempo insieme ad artisti come  Billy Joe Shaver e David Allan Coe. Vista la provenienza di molti di loro dallo stato della Lone Star, si è coniato il termine Texas Country,  mentre il genere gemello chiamato Red Dirt sviluppatosi intorno alla città di Stillwater Oklahoma nota ai più per la sua terra rossa. Come per il movimento OUTLAW, sia il Texas Country che il Red Dirt non corrispondono ad un formato musicale ma rappresentano un movimento tra gli artisti legati da idee, provenienza e radici comuni.

L’OUTLAW vive ancora nelle vite, nella voce, nei testi e nella musica di tanti veri “fuorilegge”. Basta ascoltare Renegade, canzone di apertura di Write the Wrongs, album d’esordio di  Jason Ray Welsh, guardare la copertina per rendersi immediatamente conto che l’OUTLAW non passerà mai di moda perché ci sarà sempre chi come Jason vuole vivere da spirito libero sia nella vita che nella musica, fuori dalle convenzioni che la società impone. Nato e cresciuto a Columbus, nell’Indiana dove ha imparato i valori, la morale, come vivere, ridere e amare la campagna; è un veterano dell’esercito in pensione, ha 39 anni, 5 figli e tante cose da dire. Dopo un periodo di disintossicazione per abuso di droghe, la sua fidanzata gli ha regalato una chitarra “Grace”, da quel momento è rimasto pulito e la musica è stata la sua salvezza, quella musica che ha ascoltato nei dischi di Waylon Jennings e delle stazioni radio “fuorilegge”. La sua vita è cambiata, è cambiata la città e gli amici e ha deciso di raccontarlo con queste 13 canzoni che toccano i temi della vita, i dolori, le gioie, le difficoltà, gli errori, i passi buoni e falsi che caratterizzano la vita di ogni uomo. Racconta tutto questo con una voce che arriva diretta all’anima affrontando aspetti della vita come in Devil in the Whiskey, Family canzoni dove racconta a sua storia con il cuore in mano mettendosi a nudo. Un disco vero, genuino dove non c’è spazio per nient’altro se non per la musica, le parole e la storia di un uomo che riesce a regalare una emozione dietro l’altra toccandoci il cuore, non lasciando nulla all’immaginazione. Write the Wrong è uno di quei dischi di OUTLAW da inserire tra le pietre miliari del genere.

Tyler Lance Walker Gill – Tyler Lance Walker Gill

Dare una definizione di Honky Tonk è quanto mai difficile, vi sono le più disparate versioni che raccontano la nascita di questo genere legato ed associato nell’immaginario collettivo al suono dei pianoforti scordati che si potevano trovare dei bar malfamati delle periferie delle città. Due esempi di nazional-popolarità del genere sono: Honky Tonk Woman di Rolling Stones e Honky Tonk Train Blues di Keith Emerson resa famosa in Italia per essere stata la sigla del programma televisivo Odeon). Anche se associato prevalentemente al piano e indicato dai più come precursore del boogie woogie, l’Honky Tonk è uno dei suoni più distintivi e caratteristici legato alla musica Country! Questo perché, a cavallo della WWII, è incominciato uno spostamento verso le grandi città del sud (soprattutto quelle del Texas) degli insediamenti rurali degli Hillbillies che si rifugiavano in luridi bar per trovare facili soddisfazioni sessuali o per affogare nell’alcol a basso costo, i problemi amorosi e lavorativi delle loro vite. I testi delle canzoni, semplici e diretti,  ne sono una testimonianza concreta, tradimenti, passioni, infedeltà, dolori… nulla che una bottiglia di Whiskey non potesse cancellare lasciando il mattino dopo, oltre che un gran mal di testa, anche un senso di rimorso sia morale che religioso. Dal punto di vista musicale l’Honky Tonk rimane una fonte di ispirazione e rinnovamento quando le tendenze popolari iniziano a perdere le loro radici, il suo suono così ben definito fu la risposta contro il country pop nei decenni a venire: a lui si appoggiò il Bakersfield sound negli anni ’60, l’Outlaw Country negli anni ’70, e il nuovo Traditional Country negli anni ’80 e ’90. La formazione di base del Tonk presenta chitarra acustica/elettrica, fiddle, contrabbasso e steel guitar (questa importata direttamente dalla tradizione hawaiana), a volte anche il piano. 

Ernest Tubb divenne il suo primo ambasciatore seguito negli anni ’50 da Hank Williams e Lefty Frizzell che cambiarono per sempre il modo in cui la musica Country veniva cantata. George Jones nei suoi 50 anni di attività cambiò sostanzialmente l’aspetto e il suono della Country Music riuscendo a sdoganarla in tutti i 50 stati!

Senza addentrarci in tecnicismi, fondamentalmente l’Honky Tonk è composto da TRE accordi il 99% delle volte maggiori, una bottiglia di Whiskey o Bourbon e piccole storie di vita da raccontare. Formula semplice e vincente per una musica che magicamente fa stare bene.

Tyler Lance Walker Gill da Bullitt County, Kentucky, è un vero Honky Tonk Man. Ogni fine settimana da bambino veniva portato al Mount Washington Jamboree dove la zia e la madre cantavano con la loro band. Per tutta l’infanzia è stato inondato dalla Classic Country Music, ma Tyler all’epoca era più interessato agli AC/DC. Invecchiando racconta di aver riacquistato quell’apprezzamento per la musica country con cui era cresciuto e che la musica country è l’unica cosa che può davvero scrivere e sentire che vale la pena farlo.

Nel 2018 Tyler e la sua band pubblicarono “Live From A Parking Lot“. Registrato durante un festival a Louisville chiamato Seven Sense Fest, realizzato in una fabbrica di birra su un palco allestito nel parcheggio.

Il giorno di San Valentino del 2020 Tyler è uscito con l’omonimo album di debutto in studio.

Nel disco fa spicco il nome del violinista Michael Cleveland, vincitore del Grammy nel 2018 e nel 2020, grande amico di Aaron Bibelhauser, la prima persona che Tyler ha contattato quando ha pensato di incidere il disco.

Le 10 tracce dell’album sono state tra le prime canzoni scritte e nonostante ve ne fossero altrettante pronte, questo perché il disco è stato registrato con un budget ridotto in circa 7 giorni, quindi è stato cercato di ottenere il massimo da ogni minuto di tempo in studio con le canzoni che la band sapeva meglio.

L’album include anche la coraggiosa dichiarazione contenuta in “So Called Christian Politicians“, una protesta  per il clima politico nel Kentucky e una critica al governatore Repubblicano Matt Bevin …e schierarsi contro i Repubblicani, come ben sappiamo, non è certo ben visto dai maggiori consumatori di musica country.

Nel mezzo di un Rinascimento di musica country, Tyler Lance Walker Gill va diretto al centro del cuore dell’Honky Tonk. Tre accordi senza fronzoli, semplici e immediati che rendono la musica country quell’esperienza speciale che solo questa musica può essere. Questo album racchiude in sé canzoni che puoi ascoltare sia quando sei felice sia quando sei triste La musica country può essere divertente e dovrebbe esserlo. Ascoltate la musica di Tyler Lance Walker Gill da Bullitt County, Kentucky e divertitevi.