David Quinn – Letting Go

David Quinn nasce a Chicago come batterista, nei lunghi periodi trascorsi in tour per gli Stati Uniti con numerose band, ha trovato il tempo, durante i lunghi spostamenti, di scrivere un ampio catalogo di canzoni. Tornato nel Midwest per riordinare le idee, è immediatamente partito per Nashville. Qui un paio di miglia ad est di Music City, si trova The Bomb Shelter, uno degli studi di registrazione analogici più attrezzati di Nashville, dove sembra che il tempo si sia fermato agli anni ’70, di proprietà di Andrija Tokic, conosciuto alle masse per aver prodotto nel 2012 l’album Boys and Girls di Alabama Shakes. David Quinn ha registrato lì nel giugno 2018 il suo primo album Wandering Fool con una band composta da Dave Roe (il bassista di Johnny Cash), Jimmy Lester (batterista di Billy Joe Shaver) e Micah Hulscher (tastierista di Margo Price). La fusione di questi musicisti iconici con il suo stile country del Midwest ha dato al suo primo album in studio un suono unico nel panorama del country classico. David aveva tante canzoni pronte che immediatamente nel 2020 è uscito con un nuovo album Letting Go, con la produzione di Mike Stankiewicz troviamo ancora Micah Hulscher insieme ad un manipolo di musicisti di prim’ordine: Dillon Napier (batteria), Jamie Davis (chitarra), Brett Resnick (steel guitar) e Laur Joamets (già chitarrista di Sturgill Simpson e ora Drivin’ & Cryin’). Al contrario di molti dischi pubblicati ad east-Nashville, a volte troppo ridondanti di suoni anni ’70, questo Letting Go è un vero disco country del 2020, duro e puro, dai suoni moderni e puliti con canzoni che rispecchiano appieno la filosofia esistenziale del Country, quella che ci spinge ad andare avanti nonostante le difficoltà, invitandoci a lasciarsi alle spalle tutti i problemi della vita.

Le canzoni contenute nel disco sono classic country, già con la title track appare un twang da California anni ’50 e un sentore di honky tonk incomincia a pervadere l’intero disco. Ride On e Thunderbird Wine sono due up-tempo al fulmicotone, 1000 Miles e Midnight Woman sono quanto di meglio si possa trovare sul mercato dell’Outlaw Country. Hope I Don’t e Let Me Die With My Boots On sono due classiche Country Songs. Horse e la conclusiva Maybe I’ll Move Out to California sono due languide country ballad sostenute la prima da una steel guitar e l’altra da una Telecaster.  Born to Lose è forse la meno ortodossa, incorpora sfumature blues pur mantenendo la coerenza di una country song. 

Forse per tutto quanto ci sta accadendo attorno, forse per la ricerca di un ritorno alle cose semplici, forse perché stanchi della melassa country pop che l’industria discografica di Nashville cerca di propinarci quotidianamente, sta di fatto che, questo 2020 ci continua a regalare dischi con quel suono e quelle storie che vorremmo ascoltare sempre, non andando a riascoltare Waylon Jennings o Merle Haggard, ma scritte da ragazzi giovani che fortunatamente riescono a regalarci in questi tempi bui, quelle emozioni ancestrali che solo la musica country&western è in grado di offrirci.